CASA DEI VETTII-REGIO VI, Casa Dei Vettii-Regio Vi

Durata file audio: 2.55
Italiano Lingua: Italiano


I proprietari di questa sfarzosa domus erano due libèrti, i fratelli Aulo Vettio Conviva e Aulo Vettio Restituto, oggi noti come i Vettii.

I due ex schiavi, divenuti ricchi proprietari terrieri, si occupavano principalmente di commerciare prodotti agricoli e vino.

Per realizzare questa grande dimora, ne avevano unite due preesistenti e avevano creato all’interno un grande giardino abbellito da statue e fontane, attorno al quale si aprivano le stanze più importanti.

Prima che inizi la tua visita voglio segnalarti due elementi curiosi che troverai subito all’ingresso.

Innanzitutto, noterai un particolare dipinto che ritrae il dio della prosperità, Priapo, raffigurato, com’era consuetudine, con un enorme fallo.

Oggi, un’immagine così scandalizzerebbe qualsiasi ospite, ma per i romani del 79 dopo Cristo, i simboli fallici erano molto comuni e sempre legati a significati positivi.

Osservando la pittura noterai che Priapo poggia l’ingombrante membro, simbolo di salute, sul piatto di una bilancia, mentre sul piatto opposto c’è un sacco pieno di monete dello stesso peso, che rappresenta la ricchezza. Anche il cesto di frutta ai piedi del dio indica prosperità. Quindi l’opera, messa proprio all’ingresso della domus, era praticamente un grande portafortuna.

Il secondo elemento particolare è una scritta che recita: "Eutychis….., greca di modi raffinati, si concede per due assi”.

Questo significa che, entrando nella domus, ospiti, clienti o garzoni venuti da una qualsiasi bottega per consegnare della merce, potevano approfittare della schiava di cui parla il graffito e procurare ulteriori guadagni ai ricchi proprietari di casa.

Se ti stai chiedendo dove si svolgesse l’atto, scoprirai che, in una piccola stanzetta posizionata vicino a quella che ai tempi era la cucina, sono stati rinvenuti inequivocabili quadretti erotici.

Oltre l’ingresso, nell’ampio atrio e nei corridoi, scoprirai pregevoli pitture a tema mitologico, ma gli affreschi più belli si trovano nelle stanze che si aprono attorno al peristilio, tra cui un salone in cui spicca il cosiddetto Fregio degli Amorini, dove sono raffigurati putti intenti a svolgere diverse attività commerciali.

 

Curiosità: Per farti capire quanto i simboli fallici fossero usanza comune per gli antichi romani, devi sapere che all’ingresso delle botteghe era molto frequente trovare appesi dei portafortuna di questa forma, realizzati in bronzo, che tintinnavano allegramente al passaggio dei clienti, allontanando gli spiriti maligni e la sfortuna. Si chiamavano tintinnabula.

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