MUSEO THYSSEN, Caravaggio
- Durata file audio: 2.33
- Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
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Lingua: Italiano
Sei adesso di fronte a uno dei dipinti più intensi del museo, la Santa Caterina d’Alessandria, dipinta da Caravaggio a Roma poco prima dell’anno 1600. In quest’opera Caravaggio amplia il formato delle sue tele e modifica il suo stile. Le figure acquistano evidenza monumentale attraverso luci forti e laterali, che scandiscono nettamente zone d’ombra e parti di forte illuminazione. In questo modo i personaggi ti appaiono stagliati sul fondo con evidenza quasi tridimensionale, e gli oggetti sembrano acquisire la consistenza tattile delle materie di cui sono composti (metalli, stoffe, legno, foglie).
La raffinata eleganza dei colori e delle vesti ti potrà sembrare poco coerente con l’idea del martirio, a cui alludono in primo piano la palma, la ruota e la spada. Anche se ormai la maggior parte degli studiosi ne mette in dubbio la veridicità storica, Caterina d’Alessandria è stata una delle sante più spesso rappresentate nell’arte. Considerata, in quanto principessa, un modello per le gentildonne, viene raffigurata come una fanciulla riccamente vestita e spesso con la corona. Il suo martirio fu una faccenda piuttosto complicata, come capirai vedendo due strumenti di tortura, la ruota dentata e la spada. Caterina infatti era stata in un primo tempo legata a una ruota con uncini: ma questo terribile strumento di tortura si era miracolosamente spezzato, come anche Caravaggio ci mostra nel dipinto. A quel punto la santa fu più sbrigativamente decapitata, con la spada insanguinata che spunta nel dipinto....