BARGELLO, Michelangelo
Se vuoi seguire un percorso cronologico, la tua visita al Museo del Bargello dovrebbe iniziare dal primo piano, ma ti suggerisco di entrare subito nel grande salone a pianterreno dedicato alla scultura monumentale del ’500 e incentrato soprattutto sui marmi di Michelangelo, dalla prima giovinezza alla piena maturità.
Domina la scena l’emozionante Bacco, la sua prima scultura monumentale, realizzata a poco più di vent’anni. Ispirata all’eleganza e alla perfetta superficie levigata della scultura classica, quest’opera ti fa vedere con quanta disinvoltura il giovane Michelangelo sapesse accostarsi ai modelli greco-romani: il dio del vino in equilibrio precario, evidentemente ubriaco, con gli occhi persi, regge la coppa che sembra sul punto di cadergli di mano. Sul retro vedi uno spiritello beffardo che addenta un grappolo d’uva. Il Buonarroti scolpì questa statua durante il suo primo soggiorno a Roma, per esporla nel cortile del Palazzo della Cancelleria, in diretto confronto con alcune sculture antiche. L’opera gli procurò un’immediata fama nella città eterna, tanto che poco dopo il Vaticano gli commissionò il suo primo capolavoro assoluto, la Pietà.
Dedica adesso la tua attenzione al ruvido Tondo Pitti, versione marmorea degli smaglianti tondi pittorici che venivano spesso ordinati agli artisti fiorentini durante il Rinascimento. Ambigua e sfuggente, ma intimamente poetica, ti apparirà invece la figura del cosiddetto Apollino, forse da interpretare come una versione addolcita del David, ma lasciata incompiuta. La quarta e ultima opera di Michelangelo che puoi ammirare nel museo è l’energico busto di Bruto, eroe della libertà, scolpito verso la metà del secolo in un momento assai delicato per la città.
Ma questa sala ha in serbo per te anche altre eccellenti sculture fiorentine, come un raffinato Bacco di Andrea Sansovino, il grandioso busto di Cosimo I modellato in bronzo con virtuosa abilità da Benvenuto Cellini, e l’imitatissimo Mercurio, opera giovanile dello scultore fiammingo soprannominato Giambologna, in cui il giovane dio sembra balzare nel cielo con agilità e dinamismo. Ti segnalo anche i bei gruppi scultorei che decoravano le fontane dei giardini delle ville medicee vicino a Firenze.
CURIOSITÀ: Sempre del Giambologna, sotto la loggia al primo piano puoi vedere l’insolito allestimento di un gruppo di uccelli di bronzo a grandezza naturale. Tra essi ti segnalo un arruffato e realistico tacchino, che alla fine del ‘500 era ancora considerato una rarità esotica, poiché arrivò in Europa solo dopo la scoperta dell’America.