Durata file audio: 2.34
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA
Italiano Lingua: Italiano

 

Superato l’ingresso della cappella Brancacci, attraversi un piacevole chiostro del ’600 e alcuni ambienti dell’antico convento carmelitano, come il Refettorio e la Sala della colonna, dove vedrai interessanti affreschi che vanno dal ’300 al ’500. Un passaggio a sinistra ti conduce alla cappella, che è stata separata dal resto della chiesa per permetterne la visita anche durante le messe.

Ed eccotene la storia: nel 1424 il finanziere ed esattore delle tasse Felice Brancacci affida l’incarico di affrescare la cappella di famiglia a due pittori che lavorano insieme pur mantenendo ciascuno una riconoscibile individualità: Masolino da Panicale, attivo da qualche anno tra Firenze ed Empoli, e Masaccio, ancora ventitreenne. Gli affreschi sono dedicati alla vita ed ai miracoli di San Pietro. Riconosci la mano di Masolino nelle scene più pacate, con espressioni delicate, più sfumate, mentre noterai che gli episodi dipinti da Masaccio sono caratterizzati da una solennità più rigida, quasi statuaria.

Gli affreschi sono rimasti incompiuti e completati circa sei decenni dopo da Filippino Lippi. Filippino Lippi era figlio di Filippo Lippi, anche lui grande pittore, frate carmelitano, famoso per essere scappato dal convento con una bellissima suora.

CURIOSITÀ: Non contenti di avere esiliato i Brancacci, i Medici fecero martellare via dagli affreschi della Cappella tutte le facce dei personaggi secondari perché raffiguravano vari componenti della famiglia Brancacci, così come si usava in quel tempo.

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