SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CENACOLO, La Tecnica

Durata file audio: 2.17
Italiano Lingua: Italiano
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA


Fai attenzione a non cadere in un errore molto frequente: anche se è dipinta su un muro, l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci NON è un affresco, e questo spiega perché è così difficile da conservare e da restaurare, e perché è necessario sorvegliare continuamente le condizioni climatiche dell’ambiente, evitando la polvere e controllando l’umidità della parete.

 

La tradizionale tecnica della pittura ad affresco ha il vantaggio di conservare a lungo i dipinti murali, ma obbliga l’artista a stendere rapidamente il colore su un sottile strato di intonaco ancora umido (a-fresco, appunto), prima che si secchi. Leonardo, che fu lo spirito più libero e autonomo del Rinascimento, non poteva tollerare vincoli e restrizioni, e non era tipo da adattarsi ai tempi dell’asciugatura della calce. Poteva passare intere giornate senza nemmeno mettere piede al lavoro, oppure, improvvisamente, dipingere per ore e ore senza mai interrompersi, con un’energia e una concentrazione straordinarie.

Per questo, Leonardo decise di dipingere l’Ultima Cena utilizzando una innovativa tecnica di fissaggio dei colori sulla parete. Voleva poter lavorare sul ponteggio delle Grazie come se fosse comodamente seduto davanti a un cavalletto, con colori a tempera, modificandolo continuamente.

 

Purtroppo, già pochi anni dopo l’esecuzione, la tecnica si rivelò un mezzo disastro: i colori cominciarono a staccarsi dall’intonaco, e i danni apparvero subito irrimediabili. Lo strato di preparazione predisposto da Leonardo non ha trattenuto correttamente i colori, e si è tutto frammentato e screpolato.

È molto probabile che il primo “restauratore” del Cenacolo fu proprio Leonardo stesso, quando tornò a Milano una decina d’anni dopo. Molti testimoni e commentatori dell’epoca paragonarono l’opera a un sole che tramonta a poco a poco, che bisogna affrettarsi ad ammirare prima che scompaia del tutto.

 

CURIOSITÀ: oltre ai danni subiti dal Cenacolo, ce n’è uno che ha avuto per colpevoli i frati stessi. L’opera di Leonardo si trovava nel loro refettorio, e i frati, per passare più presto dal refettorio alla cucina, aprirono una porta nel dipinto, cancellando le gambe del Cristo!

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