MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI, Collezione Egizia Piano Interrato - Ai Voice
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La Collezione Egizia è esposta nel seminterrato, in un percorso che si sviluppa in sette sale, dalla XVII alla XXIII. Le prime due sale introduttive sono dedicate alla storia della raccolta e al collezionismo egizio, le successive sono organizzate per temi: potere, mondo dei morti, religione e magia, e organizzazione socio-economica.
Quella conservata al Museo Archeologico di Napoli è una delle collezioni egizie più antiche d’Europa, con circa 2.500 reperti che coprono oltre tre millenni di storia.
Il percorso entra nel vivo nella Sala XIX dove trovi opere che raccontano il volto del potere, come: la celebre “Dama di Napoli” ,risalente all’Antico Regno,la statua del maggiordomo Nakt , del Medio Regno, e il Monumento di Amenemone, del Nuovo Regno. È una sezione preziosa per comprendere l’evoluzione dell’iconografia regale e dei funzionari tra Antico, Medio e Nuovo Regno.
Il tema funerario, invece, è approfondito nella Sala XX , dove puoi ammirare stele come quelle di Hat e di Amenhotep, rilievi dipinti, una ricca serie di ushebty, cioè le figurine che rappresentano servitori che venivano deposte nelle tombe più eminenti, oltre a ornamenti e contenitori tipici dei corredi; qui trovi anche il prezioso Libro dei Morti di Khonsu.
Nella Sala XXI trovi la sezione sulla mummificazione, dove sono esposte mummie umane, sarcofagi, amuleti, sigilli a forma di scarabeo, e vasi canopi.
La Sala XXII mette a fuoco divinità, culti e sincretismi, cioè la fusione tra elementi religiosi egizi e stranieri. Sono esposte statuette in pietra e bronzo, amuleti, elementi templari e perfino tre mummie del dio coccodrillo Sobek, che testimoniano la varietà dei culti locali e la funzione protettiva degli animali sacri.
Chiude il percorso la Sala XXIII, dedicata a lingua e geroglifici, al lavoro di scribi e scultori, e alla rete di scambi tra Egitto e Mediterraneo dall’VIII sec. a.C. all’età romana.
Curiosità: non farti ingannare dal nome della statua nota come la “Dama di Napoli”. In realtà, infatti, questa scultura, risalente all’Antico Regno, raffigura un uomo, per la precisione un alto funzionario. L’appellativo nacque nel Settecento, quando l’opera fu scoperta e interpretata erroneamente come un ritratto femminile, e da allora è rimasto in uso per abitudine nelle schede e nelle sale del museo.