SPACCANAPOLI, Gesù Nuovo

Durata file audio: 2.29
Italiano Lingua: Italiano
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA


Avrai già notato, qui a Piazza del Gesù Nuovo, la facciata quattrocentesca della chiesa del Gesù Nuovo, con il caratteristico muro edificato a forma di diamante. Insieme con la vicina Casa Professa dei Padri Gesuiti e il Palazzo delle Congregazioni, di cui ti ho parlato nel file precedente, la chiesa faceva parte di un complesso di edifici sacri gestiti dalla Compagnia di Gesù. Se questa facciata ti appare insolita è perché apparteneva a un palazzo nobiliare, il palazzo di Sanseverino: la chiesa sorse al suo posto, alla fine del ‘500.

Resterai sicuramente sorpreso dalla magnificenza e ricchezza decorativa dell’interno: marmi, stucchi, affreschi e decorazioni di ogni genere ne fanno uno dei capolavori collettivi del ‘600 napoletano.

Entra ora nell’unico vasto spazio centrale della chiesa su cui si aprono le cappelle laterali, poi fai qualche passo in avanti e voltati: lo spettacolare affresco settecentesco che ricopre l’intera parete della facciata interna è un capolavoro di Francesco Solimena, che raffigura la Cacciata del ladro sacrilego Eliodoro dal tempio di Gerusalemme.

Nella seconda cappella della navata destra, detta della Visitazione, puoi vedere la tomba di Giuseppe Moscati, detto il “medico dei poveri”, che fu santificato alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Nell’oratorio del tempio, oltre ai manoscritti e a svariati effetti personali puoi anche vedere la sua scrivania, lo studio medico e i suoi strumenti di lavoro!

 

Appena uscito dalla chiesa, quasi di fronte ne vedrai un’altra, dall’architettura tipicamente medievale: è la Chiesa delle Clarisse, dedicata a Gesù Redentore e San Ludovico d’Angiò, che anticamente serviva da mensa ai Padri Minori del vicino complesso monumentale di Santa Chiara. Questo impressionante sito religioso, di cui puoi già scorgere l’alta torre campanaria, comprende la chiesa, il monastero e il convento, e fu fatto edificare agli inizi del ‘300 dalla moglie di Roberto d’Angiò. Lo troverai tra pochi passi sulla tua destra, imboccando la stretta via Benedetto Croce, in via Santa Chiara: ti consiglio vivamente di visitarne tutte le meraviglie: la basilica, i chiostri, le sale, il refettorio e il coro.

 

CURIOSITÀ: Proprio a questo meraviglioso monumento è dedicata la famosissima canzone napoletana Munasterio ‘e Santa Chiara, in cui è ricordato il tragico bombardamento del 4 agosto 1943 che lo distrusse quasi completamente.

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