MUSEO ARCHEOLOGICO DI PALERMO, Storia E Reperti Fenici

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Italiano Lingua: Italiano


Ciao, sono Michele la tua guida personale ed insieme a MyWoWo ti diamo il benvenuto a una delle meraviglie del mondo: il Museo archeologico, dove sono custoditi i capolavori scultorei di Selinunte.

Il Museo Archeologico regionale Antonio Salinas, ha sede nel complesso monumentale dell’Olivella, che comprende la chiesa di Sant'Ignazio e il vicino Oratorio di San Filippo Neri. Nel 1866 il Governo Italiano soppresse gli ordini religiosi e l'edificio, come molti altri conventi, fu trasformato nella sede del Museo Nazionale. Dopo i terribili bombardamenti del 1943 venne restaurato e destinato alle collezioni archeologiche.

A causa del riallestimento in corso potrebbe essere visitabile solo il piano terreno. Nelle salette che si affacciano sul porticato, però, puoi trovare alcuni eccezionali reperti risalenti al Seicento avanti Cristo, quando la parte occidentale della Sicilia era una grande e prospera colonia dei Fenici, antichissima civiltà di navigatori, fondatori anche di Cartagine, mentre la parte orientale era occupata dai Greci, anch’essi colonizzatori.

 

Ora metti in pausa e riavvia quando avrai raggiunto le sale interne cui si accede dal chiostro maggiore.

 

Tra i numerosi reperti ti segnalo due monumentali sarcofagi fenici in marmo, sagomati in forma umana, che risalgono al 500 avanti Cristo. Come nei sarcofagi egizi, da cui derivano, i coperchi sono lavorati in modo da raffigurare, seppure in maniera schematica e grossolana, i defunti. E proprio nell’esecuzione dei volti queste rarissime opere fenicie rivelano anche influenze della contemporanea cultura greca. Accanto ai sarcofagi non dimenticare di ammirare due pezzi importanti: il Torso virile trovato nello Stagnone di Marsala, che in origine era alto oltre 2 metri e risale alla stessa epoca, e soprattutto la colossale statua di Zeus seduto in trono, alta 1.65 metri, capolavoro greco del II secolo avanti Cristo.

 

Curiosità: il Torso virile fu trovato casualmente nel mare poco profondo che separa la costa di Marsala dall’isoletta di Mozia, dove si trovava una prospera colonia fenicia. Nel 1933 gli operai che facevano dei lavori sul molo notarono un pietrone che avrebbe potuto danneggiare le loro imbarcazioni e cercarono di spezzarlo con punte di ferro, prima di accorgersi che era una statua. Puoi ancora vedere i fori praticati in quell’occasione sulla scultura!

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