CASA DELLA VENERE IN CONCHIGLIA -REGIO II, Affresco - Ai Voice

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Se la casa colpisce per la sua eleganza architettonica, la sua vera fama è legata al grandioso affresco che domina la parete di fondo del peristilio. Si tratta di una pittura murale monumentale, larga circa cinque metri e alta oltre due.

L’opera si compone di tre pannelli principali, su sfondo blu intenso. Al centro campeggia una Venere nuda, adagiata dentro una conchiglia sospinta dalle onde. Indossa soltanto raffinati gioielli – diadema, collana, bracciali e cavigliere – che ne sottolineano la natura divina e la femminilità. La sua carnagione chiarissima, quasi perlacea, riflette l’ideale di bellezza dell’epoca, quando le donne di rango evitavano il sole per mantenere la pelle candida. Lo sguardo, sereno e distaccato, e la posa languida trasmettono un senso di armoniosa compostezza: la nudità divina non è maliziosa, ma simbolo di bellezza pura e senza tempo.

Ai lati della conchiglia compaiono due amorini: uno cavalca un delfino, l’altro sospinge dolcemente il guscio, completando la scena marina.

I pannelli laterali arricchiscono l’insieme con dettagli simbolici. A sinistra appare la statua di Marte su un piedistallo: non un dio in carne ed ossa, ma la sua immagine scolpita, quasi a richiamare la celebre coppia di amanti della mitologia, Venere e Marte, unione di bellezza e forza. A destra troviamo una fontana da cui sgorga acqua, attorno alla quale svolazzano e si abbeverano uccelli variopinti, simbolo di vitalità.

Il significato dell’affresco va oltre la semplice decorazione. Venere non era solo la dea dell’amore e della bellezza: a Pompei era venerata anche come protettrice della città, garante di prosperità e fertilità. La sua immagine al centro del giardino aveva dunque anche un valore augurale: presiedeva alle feste e ai banchetti che si svolgevano nel peristilio, quasi a benedire con la sua presenza divina la vita domestica e sociale della famiglia.

È importante sottolineare che questo affresco non costituiva un luogo di culto: a Pompei esistevano i larari, piccoli altari domestici dedicati alle divinità protettrici. La Venere in conchiglia era invece un’opera decorativa con forte valenza simbolica, pensata per impressionare gli ospiti e per raccontare il prestigio e le aspirazioni culturali dei proprietari.

 

Ti saluto con una curiosità: il tema della nascita di Venere ha ispirato innumerevoli artisti lungo i secoli, ma uno degli esempi più celebri resta il dipinto di Sandro Botticelli, realizzato a Firenze tra il 1484 e il 1486. Anche qui Venere appare su una conchiglia, sospinta dal vento verso la riva. È affascinante pensare che l’immagine che colpì i visitatori di Pompei duemila anni fa abbia continuato a ispirare artisti rinascimentali, arrivando fino a noi come simbolo universale di bellezza.

 

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