LUPANARE-REGIO VII, Lupanare-Regio Vii

Durata file audio: 2.40
Italiano Lingua: Italiano


Il lupanare, all’epoca dell’Impero Romano, era un luogo dedicato esclusivamente alla prostituzione.

Bisogna fare questa precisazione perché, in realtà, quest’attività, che era legale e considerata utile per la società, non si svolgeva unicamente nei lupanari.

Pensa che presso la maggior parte degli esercizi commerciali dove lavoravano donne, spesso schiave, era comune che queste si prostituissero, specialmente nei luoghi dove venivano serviti cibo o bevande come le popinae, quelli che oggi chiameremmo bar.

Perfino all’interno delle ricche domus era facile che il padrone di casa sfruttasse in tal senso le schiave più avvenenti per ricavarne un guadagno.

Insomma, la prostituzione non era certo un tabù all’epoca e c’erano professioniste di diverso livello, per i gusti e le tasche di tutti. Le più desiderate, inarrivabili per chi non aveva un patrimonio consistente, erano vere arrampicatrici sociali, donne bellissime, colte, spesso abili nel canto, nel ballo, capaci di suonare uno strumento, che riuscivano ad accumulare ingenti patrimoni sfruttando i ricchi patrizi che perdevano la testa per loro.

Ma com’era fatto un lupanare?

Entrando in quello di Pompei puoi notare che era costituito da una saletta centrale, attorno alla quale si aprivano cinque piccole stanzette, chiamate celle meretriciae, ammobiliate con un letto in muratura sul quale venivano stese stuoie o materassi. Solo una tenda separava le celle dalla sala, garantendo un minimo di privacy.

Se vuoi sapere come hanno fatto gli archeologi a capire che quello che stai visitando era proprio un lupanare, basta che osservi le pareti all’ingresso delle celle: sono decorate con espliciti affreschi a sfondo erotico. Un altro chiaro indizio sono i numerosi graffiti lasciati sulle pareti delle stanzette dai clienti, con commenti relativi alle prestazioni ottenute.

L’edificio aveva anche un piano superiore, realizzato come quello posto al piano terra, ma dove non sono stati ritrovati affreschi a sfondo sessuale; quindi, l’ipotesi più concreta è che ci vivesse il proprietario con le sue schiave.

 

Curiosità: devi sapere che, in epoca romana, esisteva una particolare categoria di prostitute, chiamate bustuarie, che adescavano gli uomini… nei cimiteri! e consumavano la prestazione fra le tombe. Il motivo è legato al fatto che questi luoghi erano sempre posizionati all’ingresso delle città, vicino a strade dove passavano molti potenziali clienti.

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