VILLA DEI MISTERI- REGIO VI SUBURBIO, Villa Dei Misteri- Regio Vi Suburbio
Il più celebre ciclo di affreschi rinvenuto a Pompei si trova in una splendida sala della cosiddetta Villa dei Misteri, ubicata fuori dalle mura della città, una domus risalente al II secolo avanti Cristo, rimaneggiata intorno all’80 avanti Cristo.
È una grande villa a pianta quadrata che aveva un’organizzazione diversa dalle classiche dimore romane. All’ingresso, infatti, c’erano una zona dedicata alla produzione e al commercio del vino e ambienti riservati ai lavori della servitù, come le cucine.
Più all’interno c’erano il peristilio e poi l’atrio, attorno al quale erano state realizzate le stanze padronali, al pianterreno, e quelle per la servitù, al primo piano.
Il lato della villa che si protende verso il mare è sostenuto da un terrapieno alla cui base era stato ricavato un criptoportico, ossia un portico coperto, parzialmente sotterraneo, che veniva utilizzato come magazzino.
La villa, alla quale oggi non si accede dall’ingresso originale, conserva interessanti opere pittoriche del secondo, terzo e quarto stile, tra cui una molto interessante.
Devi sapere, infatti, che il mistero da cui prende il nome la villa, che da anni accende dibattiti tra gli studiosi, è il significato delle scene di grandi dimensioni dipinte sulle pareti di un triclinio, per una lunghezza totale di 17 metri e con figure quasi a grandezza naturale.
L’opera è rimasta praticamente intatta, conservando i vividi colori originali, dove il rosso delle pareti è dominante, ma il ricorrente colore viola, simbolo del vino, induce a pensare che i riti e le cerimonie raffigurati, a cui si sottopone una giovane donna, siano legati al culto del dio Dioniso, dio della vite, del vino e della sensualità.
Al culto di questa divinità pagana erano legati dei riti detti misterici, che erano noti solo ai suoi seguaci.
Un’altra particolarità di queste pitture, quindi, è che il soggetto non si ispira alla mitologia greca, come nella maggior parte delle opere rinvenute a Pompei, ma ad un tema appartenente alla cultura romana.
Allo sconosciuto autore dell’opera va riconosciuta una grande maestria nella capacità di raffigurare la bellezza dei volti e la leggiadra delle figure femminili intente a danzare e a compiere le diverse attività rituali.
Curiosità: nella villa è stata trovata una statua raffigurante Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto, per cui qualcuno ha ipotizzato che il complesso potesse essere legato alla sua famiglia. L’unico nome certo però è quello del custode, scoperto grazie ad un sigillo, che si chiamava Lucio Zosimo.