SAN GIOVANNI IN LATERANO, Scala Santa

Durata file audio: 2.52
Italiano Lingua: Italiano
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA


Molti visitatori entrano nella basilica dal fondo, passando sotto la loggia delle benedizioni; io invece ti suggerisco di visitare prima bene la piazza, e poi abbandonarla per entrare dalla facciata principale. Quindi ignora per il momento la severa facciata del Palazzo Lateranense, che ingloba il chiostro della basilica, e vai all’edificio accanto, che contiene la Scala Santa, anch’esso costruito alla fine del ‘500, quando papa Sisto V fece risistemare l’intero complesso architettonico.

All’interno vedrai diverse rampe di scale: quella centrale, con i gradini rivestiti di legno a scopo protettivo, proviene addirittura da Gerusalemme. Secondo la tradizione i suoi gradini appartenevano alla scala del Pretorio, che Gesù salì per essere giudicato da Ponzio Pilato.

All’ingresso della preziosissima cappella chiamata Sancta Sanctorum puoi vedere un’iscrizione latina che tradotta significa: “Non c’è luogo più sacro in tutta Roma”. E in effetti questa cappella, fondata 1500 anni fa e ricostruita nella seconda metà del ’200, quando il Laterano era ancora la sede dei papi, può essere considerata nientemeno che il modello della Cappella Sistina in Vaticano. Infatti era qui che si svolgevano le cerimonie più solenni dei pontefici e si conservavano le reliquie più venerate.

Anche se restaurata in anni recenti, conserva intatta la meravigliosa decorazione duecentesca e l’impianto architettonico quadrato, di grande semplicità ma già sensibile alla nuova arte gotica, come puoi constatare dalla presenza della volta ad archi acuti.

Dalla sala principale passi a un vano più piccolo, sul cui altare puoi goderti un brivido di soprannaturale contemplando un’immagine intitolata Cristo Salvatore che, si dice, non sia “dipinta da mano umana”. Ammira anche il prezioso mosaico a fondo oro sul vano dell’altare, ma soprattutto l’importantissimo ciclo di affreschi che riveste la parte alta delle pareti, ed è l’esempio meglio conservato della pittura duecentesca a Roma. Gli affreschi raffigurano episodi della vita dei santi Pietro e Paolo, patroni della città: in una scena puoi vederli con papa Niccolò III, che regge in mano il modellino della cappella dedicata a loro.

Osserva bene anche il pavimento di marmo, coi suoi grandi dischi di porfido al centro, mentre le liste rettangolari sui lati indicano forse i percorsi delle processioni.

 

CURIOSITÀ: I gradini della Scala Santa non possono essere toccati da piedi umani. I fedeli possono salirvi soltanto in ginocchio, segno di una penitenza che viene effettuata soprattutto durante il Venerdì Santo, come ricorderai anche da una famosa scena del film La grande bellezza di Paolo Sorrentino.

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