PALAZZO DUCALE, Ponte Dei Sospiri

Durata file audio: 2.45
Italiano Lingua: Italiano
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA


Venezia è inimitabile, dicono. Ma in fondo è imitatissima. Pensa a quante città vengono ribattezzate “la Venezia del nord”. C’è persino un intero Stato del Sudamerica, il Venezuela, che significa “la piccola Venezia”. Fra tutti i monumenti, il più “copiato” è il Ponte dei Sospiri: basta una passerella coperta tra due edifici, ed ecco fatto.

Il Ponte dei Sospiri originale, che hai davanti, collega la parte posteriore di Palazzo Ducale con le Prigioni Nuove. Fu costruito in pietra d’Istria all’inizio del ’600 da un architetto ticinese, ed è un grazioso passaggio coperto e chiuso, col tetto arrotondato e finestrelle sui fianchi. Chiuso tra gli edifici, lo puoi vedere da due altri ponti: il ponte della Paglia sulla riva degli Schiavoni, e quello della Canonica sul retro. Ti consiglio quest’ultimo, molto meno affollato di turisti: a volte si fatica perfino a trovare lo spazio per scattare una foto!

Dopo l’incendio di Palazzo Ducale di cui ti ho parlato nel file precedente, le aule di giudizio e le camere penitenziarie furono trasferite in un edificio apposito, progettato dallo stesso architetto del Ponte di Rialto. Se le guardi da riva degli Schiavoni Le Prigioni Nuove sembrano un elegante palazzo patrizio, ma l’apparenza inganna...

 

Adesso metti in pausa e vai alle Prigioni Nuove.

 

Come ti dicevo, l’interno delle Prigioni Nuove è molto più sinistro che visto da fuori, con la sua sala delle torture, le stanze comuni e le camere di detenzione. Le piccole celle sono impressionanti, eppure pensa che qui i carcerati stavano meglio di quando erano rinchiusi nel Palazzo Ducale. I “piombi” erano locali ricavati sotto il rivestimento in lastre metalliche del palazzo, arroventato d’estate e gelido d’inverno; i “pozzi”, sotto il livello dell’acqua, erano celle minuscole e umidissime, rivestite di pannelli di legno fin quasi a sembrare delle bare. Si capisce perché i carcerati preferivano di gran lunga essere destinati alle “galere”, cioè a remare sulle navi.

 

CURIOSITÀ: Il Ponte dei Sospiri fu chiamato così nell’800, pensando ai “sospiri” dei condannati che davano l’ultimo sguardo alla laguna prima di essere rinchiusi. Ma non farti illusioni, si tratta solo di una idea romantica: in realtà, dalle finestrelle all’interno del Ponte dei Sospiri, chiuse da fitte grate, non si vede quasi nulla.

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