CASTELVECCHIO, Museo Prima Parte
Il Museo di Castelvecchio presenta un’ampia e qualificata rassegna della produzione artistica veronese attraverso i secoli, dal Medioevo alla fine del Settecento.
Il pianterreno è prevalentemente dedicato alla scultura, il piano superiore soprattutto alla pittura, ma non mancano notevoli oggetti di arte applicata.
La visita inizia con la sequenza di sale che, partendo da alcune preziose oreficerie di epoca longobarda, è dedicata alla scultura monumentale romanica e gotica. Particolarmente importanti sono le grandi sculture in pietra del Trecento e dell’età d’oro degli Scaligeri.
La bella figura di Santa Cecilia, esposta di schiena per mettere in evidenza le lunghe trecce, è uno dei simboli del museo.
Alla fine di questa serie di sale metti in pausa e raggiungi le belle sale della cosiddetta Reggia Scaligera, con finestre affacciate sull’Adige e resti di affreschi decorativi sulle pareti.
Prende avvio, con le opere tardogotiche del ‘300 e del ‘400, la parte del museo dedicata alla pittura, con una rassegna molto completa sugli sviluppi dell’arte a Verona e nel Veneto. Negli ambienti più grandi, con un notevole effetto scenografico, sono collocati affreschi e dipinti di notevoli dimensioni, ma forse le opere più belle e preziose sono nelle salette retrostanti.
Ora metti in pausa e riavvia quando raggiungi la Sala Pisanello:
Davvero incantevole è la Madonna del Roseto, sognante opera a fondo oro probabilmente del pittore lombardo Michelino da Besozzo, con la Madonna seduta in un giardino, circondata da angioletti intenti a raccogliere le rose. Immediato è il confronto con la Madonna della quaglia, ottimo esempio della pittura giovanile di Pisanello.
In entrambi i casi si avverte un senso di fiaba, ma con dettagli, fiori e animali tratti dalla realtà naturale.
Altri animali, nel contesto di un paesaggio roccioso, si osservano nell’importante San Gerolamo penitente di Jacopo Bellini, capostipite della famiglia di pittori veneziani.
Curiosità: Nel novembre 2015 ben diciassette opere, fra cui preziosi dipinti di Pisanello, Mantegna, Tintoretto e Rubens, sono state trafugate. Complesse indagini internazionali hanno permesso il recupero di tutta la refurtiva tra l’Ucraina e la Moldavia, fortunatamente senza danni ai dipinti, e l’arresto dei ladri, a cominciare dal custode del museo che aveva fatto da basista. Le opere sono state restituite al museo subito prima del Natale 2016.