BRITISH MUSEUM, Marmi Partenone Introduzione

Durata file audio: 2.18
Italiano Lingua: Italiano
Autore: STEFANO ZUFFI E DAVIDE TORTORELLA


La sala rettangolare in cui ti trovi adesso è stata concepita apposta per esporre il gruppo di statue classiche più importante e controverso del museo: gli “Elgin Marbles”, statue e rilievi prelevati da lord Elgin dal Partenone di Atene nel 1801.

A quel tempo la Grecia faceva parte dell’impero ottomano: lord Elgin, ambasciatore britannico ad Istanbul, riuscì abilmente a trattare l’acquisto delle straordinarie sculture di Fidia del Partenone, che alla fine del ‘600 furono danneggiate da un bombardamento navale veneziano. Dopo la caduta di Napoleone i marmi furono trasportati a Londra: il grande scultore Antonio Canova, chiamato in Inghilterra per una perizia e un eventuale restauro, si rifiutò di integrare le parti mancanti esclamando: “questo non è marmo, è carne!”

Tutte le decorazioni che abbellivano l’esterno del muro del massimo tempio di Atene furono interamente realizzati da Fidia e dalla sua bottega verso la fine del V secolo avanti Cristo, con perfetta unità stilistica. Qui al British potrai vedere in due sale i due frontoni completamente rimontati, con le figure a tutto tondo o ad altorilievo, e nell’ala di collegamento i bassorilievi.

In questo assoluto capolavoro dell’arte antica il grande scultore ateniese ha saputo inventare un nuovo modo di raffigurare l’immagine divina e il linguaggio della mitologia. Come vedi, la forma triangolare del frontone obbligava gli scultori a distribuire le figure in uno spazio che si faceva sempre più schiacciato man mano che ci si avvicinava agli angoli. Nonostante questa limitazione Fidia riesce a organizzare una composizione estremamente varia, in cui le gigantesche statue possono mostrarsi con “olimpica” naturalezza e i nudi vigorosi e dolci si impongono come modelli di linguaggio “classico”, da ammirare alla luce del sole.

 

CURIOSITÀ: La Grecia è da sempre “in freddi rapporti” con lo Stato inglese a causa di questi marmi. Periodicamente vengono intentate azioni legali per chiedere la restituzione delle sculture, e nel Museo dell’Acropoli di Atene, recentemente rinnovato, è stata lasciata polemicamente vuota una grande sala, in attesa di ospitare le statue e i rilievi di Fidia.

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