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Di Jan Vermeer, alias Johannes Van der Meer, uno dei pittori più conosciuti al mondo, abbiamo circa 35 dipinti nella National Gallery di Washington.

 

Erede del realismo fotografico dei fiamminghi, al punto che nelle sue tele si intravede il pulviscolo colpito dalla luce, Jan Vermeer era capace quanto loro di caricare di simbolismo i suoi dipinti pur rappresentando semplici scene di vita quotidiana.

Per ottenere un tale realismo si dice che Vermeer usasse la camera obscura, una scatola che serviva a riflette un’immagine sulla tela tramite degli specchi, per poter così riprodurre con maggior cura la luce. Siccome la macchina creava delle sfocature, talvolta queste sono evidenti anche nelle tele. 

 

Curiosità: Vermeer impiegava mesi a realizzare un’opera, e in tutta la sua vita ne terminò solo una cinquantina di cui quindici andate perdute. Così non guadagnò molto e, dovendo mantenere ben undici figli, morì in miseria a soli 43 anni. Le sue opere vennero addirittura vendute all’asta e dimenticate tanto che la sua più famosa, la “Ragazza con l’Orecchino”, che ora vale decine di milioni di dollari, fu venduta nel 1882 per due ghinee e trenta centesimi, poco più che spiccioli.

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